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I AM NO BETTER THAN A MAN MY WIVES TOGETHER I'M DYING
This is so important chat, fuck individualistic society and capitalised self-care.

(source)
Volendolo urlare dalla cima delle montagne tutte (fonte)
Forwarded from Astri Amari
La Luna nuova di oggi in Cancro ci ricorda che la cura non è un concetto neutro e innocuo ma una realtà materiale e politica che si gioca nel chi trova spazio e chi viene lasciatǝ fuori, chi trova parole e chi invece è costrettǝ al silenzio. "Cura" è una parola scivolosa. La pronunciamo come fosse chiara e neutrale ma è carica di lavoro invisibile e di significati mai detti. Chi si è presǝ cura di te? A chi è stato chiesto di prendersi cura, e a chi è stato negato? Chi trova rifugio quando è vulnerabile e chi invece rimane fuori dalla porta? La cura non è un luogo neutro ma un luogo in cui si giocano squilibri profondi: chi è visibile e chi è invisibilizzato, chi è legittimatǝ a ricevere e chi è relegatǝ a dare. Ma la cura può essere altro: non sacrificio e silenzio, non abitudine e abnegazione, bensì un atto politico e condiviso. Una responsabilità comune e redistribuita, fuori dalle logiche produttiviste e patriarcali, fuori dal ricatto dell’amore gratuito e invisibile. La cura non è solo accudire, è tenere insieme vite, calendari, pensieri e corpi — spesso senza sosta e senza che nessuno lo riconosca. È occuparsi dei legami che tengono in piedi case e quartieri. Vivere la Luna nuova in Cancro, allora, è accorgersi di quanta realtà si regge sulla cura invisibile. È sentire sulla pelle che proteggersi e dare protezione sono lavoro e resistenza, soprattutto quando nessunə lo nomina e nessuno lo ricambia. È scoprire che prendersi cura è costruire legami ma è anche guardare chi è lasciato fuori, chi è escluso dal rifugio, chi è costrettə a diventare rifugio per chiunque. Vivere la Luna nuova in Cancro è accettare che dire NO è un gesto di protezione tanto potente quanto dire SÌ. Vivere la Luna nuova in Cancro è abitare la tensione tra ciò che ti protegge e ciò che ti espone. È ricordare che chi accoglie e chi cura merita di occupare spazio, di essere visto, di avere parole e rifugi. E che ciò che è invisibile, ciò che è rimasto nell’ombra, può diventare la realtà comune a partire dal momento in cui accettiamo di guardarlo e di dargli nome.
2025/06/26 17:15:00
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