LA FINE DEL MONDO. Contributo all'analisi delle apocalissi culturali
- Ernesto De Martino, Einaudi, Torino (2019)
I tre curatori hanno deciso sia d'inserire nel testo una selezione degli scritti filosofici piú rappresentativi, non presenti nell'edizione italiana, sia di porre in risalto i nessi strutturali tra le varie sezioni in cui si articola il progetto dell'opera: ciò ha comportato la revisione dell'intera architettura del volume, nel rispetto delle intenzioni dell'autore. Alla base dell'indagine sulle diverse declinazioni storiche del tema della «fine del mondo» vi è il bisogno di fare luce sul presente della civiltà occidentale, attraversata da una crisi che sembra corroderne le fondamenta dall'interno, avviandola verso un assai probabile declino. De Martino s'interroga sulle motivazioni profonde di questo complesso fenomeno, volgendo lo sguardo alla psicopatologia, alla filosofia, all'arte e alla letteratura. Lo studioso affronta una serie di nodi cruciali, che vanno dal senso di «spaesamento» dell'uomo d'oggi allo sfaldamento della memoria storica, in cui sono sedimentate le scelte culturali che contraddistinguono una determinata civiltà.
#ConsigliDiLettura
- Ernesto De Martino, Einaudi, Torino (2019)
I tre curatori hanno deciso sia d'inserire nel testo una selezione degli scritti filosofici piú rappresentativi, non presenti nell'edizione italiana, sia di porre in risalto i nessi strutturali tra le varie sezioni in cui si articola il progetto dell'opera: ciò ha comportato la revisione dell'intera architettura del volume, nel rispetto delle intenzioni dell'autore. Alla base dell'indagine sulle diverse declinazioni storiche del tema della «fine del mondo» vi è il bisogno di fare luce sul presente della civiltà occidentale, attraversata da una crisi che sembra corroderne le fondamenta dall'interno, avviandola verso un assai probabile declino. De Martino s'interroga sulle motivazioni profonde di questo complesso fenomeno, volgendo lo sguardo alla psicopatologia, alla filosofia, all'arte e alla letteratura. Lo studioso affronta una serie di nodi cruciali, che vanno dal senso di «spaesamento» dell'uomo d'oggi allo sfaldamento della memoria storica, in cui sono sedimentate le scelte culturali che contraddistinguono una determinata civiltà.
#ConsigliDiLettura
TRA I CIELI DELL'IMPERO. Storie di guerra e d'amore nell'Africa Orientale Italiana. Presentazione del libro
🗓 Sabato 15 Febbraio 2025
🕙 Ore 18.00
📍Casa della Cultura Italo Calvino, via Roma 29, Calderara di Reno (Bologna)
Durante un viaggio in Eritrea Giovanna riscopre la storia dei giovani ed eroici piloti della 412° Squadriglia della Regia Aeronautica, ma anche le vicende che uniscono fatti di guerra alla lunga lotta di liberazione dell'Eritrea dell'occupazione prima inglese e poi etiope. Ricompaiono così frammenti di ricordi di guerra e d'amore ritrovati tra i detriti del tempo.
#eventi
🗓 Sabato 15 Febbraio 2025
🕙 Ore 18.00
📍Casa della Cultura Italo Calvino, via Roma 29, Calderara di Reno (Bologna)
Durante un viaggio in Eritrea Giovanna riscopre la storia dei giovani ed eroici piloti della 412° Squadriglia della Regia Aeronautica, ma anche le vicende che uniscono fatti di guerra alla lunga lotta di liberazione dell'Eritrea dell'occupazione prima inglese e poi etiope. Ricompaiono così frammenti di ricordi di guerra e d'amore ritrovati tra i detriti del tempo.
#eventi
Al momento tutto gira ancora,
tutto va bene,
fa il suo corso
Le nostre vittorie
ci sgusciano via
persino le nostre sconfitte
si sono rivelate fugaci
Precursori siamo noi
arrancanti dietro la posterità
o sopravvissuti, o rimasti,
in anticipo sul loro tempo
Anche la fine del mondo
è forse
soltanto un provvisorio
Al momento moriamo
in buona coscienza
nelle nostre sdraio
E poi vedremo
- Hans Magnus Enzensberger
tutto va bene,
fa il suo corso
Le nostre vittorie
ci sgusciano via
persino le nostre sconfitte
si sono rivelate fugaci
Precursori siamo noi
arrancanti dietro la posterità
o sopravvissuti, o rimasti,
in anticipo sul loro tempo
Anche la fine del mondo
è forse
soltanto un provvisorio
Al momento moriamo
in buona coscienza
nelle nostre sdraio
E poi vedremo
- Hans Magnus Enzensberger
È caduta ogni pena.
Adesso piove
tranquillamente sull’eterna vita.
Là sotto la rimessa, al suo motore,
è — di lontano — un piccolo operaio.
Dal chiuso libro adesso approdo a quella
vita lontana. Ma qual è la vera
non so.
E non lo dice il nuovo sole.
- Sandro Penna
[In foto: luci dell'alba, Belgrado (Serbia), Novembre 2023 ©️ Marco Malaguti]
Adesso piove
tranquillamente sull’eterna vita.
Là sotto la rimessa, al suo motore,
è — di lontano — un piccolo operaio.
Dal chiuso libro adesso approdo a quella
vita lontana. Ma qual è la vera
non so.
E non lo dice il nuovo sole.
- Sandro Penna
[In foto: luci dell'alba, Belgrado (Serbia), Novembre 2023 ©️ Marco Malaguti]
Della notte so poco
ma di me la notte sembra sapere,
e piú ancora, mi assiste come se mi amasse,
mi ammanta di stelle la coscienza.
Forse la notte è la vita e il sole la morte.
Forse la notte è nulla
e nulla le nostre congetture
e nulla gli esseri che la vivono.
Forse le parole sono l’unica cosa che esiste
nel vuoto enorme dei secoli
che ci graffiano l’anima coi ricordi.
Ma la notte conosce la miseria
che succhia il sangue e le idee.
Scaglia l’odio, la notte, sui nostri sguardi
che sa pieni di interessi, di incontri mancati.
Ma accade che la notte, ne senta il pianto nelle ossa.
Delira la sua lacrima immensa
e grida che qualcosa è partito per sempre.
Un giorno torneremo a essere.
- Alejandra Pizarnik
ma di me la notte sembra sapere,
e piú ancora, mi assiste come se mi amasse,
mi ammanta di stelle la coscienza.
Forse la notte è la vita e il sole la morte.
Forse la notte è nulla
e nulla le nostre congetture
e nulla gli esseri che la vivono.
Forse le parole sono l’unica cosa che esiste
nel vuoto enorme dei secoli
che ci graffiano l’anima coi ricordi.
Ma la notte conosce la miseria
che succhia il sangue e le idee.
Scaglia l’odio, la notte, sui nostri sguardi
che sa pieni di interessi, di incontri mancati.
Ma accade che la notte, ne senta il pianto nelle ossa.
Delira la sua lacrima immensa
e grida che qualcosa è partito per sempre.
Un giorno torneremo a essere.
- Alejandra Pizarnik
EFFIMERE ILLUSIONI. Novelle ungheresi tra Ottocento e Novecento
- a cura di Katalin Mellace, Edizioni Tracce e Ombre, Viterbo (2025)
Sette decenni di realtà ungherese (1870-1930) riflessi in quindici novelle, non per offrire un panorama completo, ma solo per illustrare attraverso questi frammenti la ricca varietà di un periodo significativo della narrativa realista magiara. Sette autori difficili da classificare sotto un unico genere – prosatori, poeti, saggisti, critici e traduttori allo stesso tempo – che con realismo psicologico, con diverse esigenze filosofiche, con raffinate combinazioni di tecniche rappresentative, naturalistiche e impressionistiche, ci hanno consegnato una serie di memorabili ritratti della società ungherese del loro tempo, registrando i continui cambiamenti della storia e intrecciando la tradizione del passato e l'intuizione del futuro.
#ConsigliDiLettura
- a cura di Katalin Mellace, Edizioni Tracce e Ombre, Viterbo (2025)
Sette decenni di realtà ungherese (1870-1930) riflessi in quindici novelle, non per offrire un panorama completo, ma solo per illustrare attraverso questi frammenti la ricca varietà di un periodo significativo della narrativa realista magiara. Sette autori difficili da classificare sotto un unico genere – prosatori, poeti, saggisti, critici e traduttori allo stesso tempo – che con realismo psicologico, con diverse esigenze filosofiche, con raffinate combinazioni di tecniche rappresentative, naturalistiche e impressionistiche, ci hanno consegnato una serie di memorabili ritratti della società ungherese del loro tempo, registrando i continui cambiamenti della storia e intrecciando la tradizione del passato e l'intuizione del futuro.
#ConsigliDiLettura
Quando volo sull’acqua buia
E sfreccio sulle nere selve,
Non ho nulla nelle tasche –
Tabacco misto ai versi russi.
Quando l’angelo porterà l’anima,
Avvinghiandola nella nebbia – e nella fiamma,
Non avrò corpo, né lacrime,
Ma solo la sacca dei versi nel cuore.
Ma prima di entrare nel fuoco spalancato:
Imploro – non bruciare, lasciami questa piccolezza,
L’angelo dice: lasciala, non toccarla,
È tutta impregnata di chiaro veleno.
- Elena Andreevna Švarc
E sfreccio sulle nere selve,
Non ho nulla nelle tasche –
Tabacco misto ai versi russi.
Quando l’angelo porterà l’anima,
Avvinghiandola nella nebbia – e nella fiamma,
Non avrò corpo, né lacrime,
Ma solo la sacca dei versi nel cuore.
Ma prima di entrare nel fuoco spalancato:
Imploro – non bruciare, lasciami questa piccolezza,
L’angelo dice: lasciala, non toccarla,
È tutta impregnata di chiaro veleno.
- Elena Andreevna Švarc
Perdita d'energia, fatica d'esser se stessi. Voglia d'oblio, non per ritrovare l'innocenza perduta, forse condizione di un nuovo inizio, ma per addormentarsi più agevolmente nel fragore del nichilismo, per ripiegarsi nel privato e nella comodità narcisistica dei consumi. La figura di Amleto rappresenta per Carl Schmitt l'estrema difficoltà di scelte esistenziali. L'indecisione deriva da una volontà inadeguata rispetto alla realtà: se la volontà è indecisa, c'è solo la casualità di un incontro col reale. La storia continua a svilupparsi su scala planetaria, per iniziativa propria o per volontà altrui. La politica è la storia in azione. Ma il grande disegno politico, che darebbe unità e speranza, dov'è? Essere o non essere? Amleto oggi è l'Europa.
- Alain de Benoist
- Alain de Benoist
IL DIO DALLE FRECCE FIORITE. Miti e leggende dell'amore in India
- Giuliano Boccali, Il Mulino, Bologna (2022)
Kama, il dio dell’amore indiano, forse il più potente e insidioso di tutti gli dèi, ha caratteristiche assai affascinanti: si aggira giorno e notte armato d’arco come Cupido, è meravigliosamente bello e le punte delle sue frecce sono fatte di fiori, tra i quali spiccano il gelsomino e la ninfea blu. Non per questo quei dardi sono meno micidiali, perché l’opera del divino arciere può produrre esiti felici ma pure irrimediabili disastri. Nel libro si raccontano le imprese del dio «dalle frecce fiorite» assunte come simbolo delle infinite forme con cui il desiderio, il piacere e l’amore possono manifestarsi: la brutalità sessuale, lo struggente amore «di lontano», il corteggiamento, il matrimonio e il tradimento, la sensualità e la passione per Dio, ma - prima di tutte - la creazione della vita, di ogni vita. Sono storie ricche di suggestioni e di poesia, una tradizione millenaria a cui l’autore attinge a piene mani per disvelare al lettore la mitologia e la spiritualità indiana.
#ConsigliDiLettura
- Giuliano Boccali, Il Mulino, Bologna (2022)
Kama, il dio dell’amore indiano, forse il più potente e insidioso di tutti gli dèi, ha caratteristiche assai affascinanti: si aggira giorno e notte armato d’arco come Cupido, è meravigliosamente bello e le punte delle sue frecce sono fatte di fiori, tra i quali spiccano il gelsomino e la ninfea blu. Non per questo quei dardi sono meno micidiali, perché l’opera del divino arciere può produrre esiti felici ma pure irrimediabili disastri. Nel libro si raccontano le imprese del dio «dalle frecce fiorite» assunte come simbolo delle infinite forme con cui il desiderio, il piacere e l’amore possono manifestarsi: la brutalità sessuale, lo struggente amore «di lontano», il corteggiamento, il matrimonio e il tradimento, la sensualità e la passione per Dio, ma - prima di tutte - la creazione della vita, di ogni vita. Sono storie ricche di suggestioni e di poesia, una tradizione millenaria a cui l’autore attinge a piene mani per disvelare al lettore la mitologia e la spiritualità indiana.
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